La coesistenza pacifica a Belfast è storia recente. In passato, la città è stata infatti palcoscenico di scontri, lutti e brutalità. Vediamo, in poche righe, la storia di Belfast e come si è arrivati a una pace che, fra sporadici rigurgiti di violenza, dura ancora oggi.
Riassumere in poche righe la storia di Belfast è alquanto complicato, almeno quanto lo è immaginare l’odierna e vivace capitale dell’Eire come teatro di scontri, barricate e violenza. Eppure, la storia recente di Belfast è anche questo.
Oggi, infatti, la capitale dell’Irlanda del nord è una città inclusiva e pacifica, ma il conflitto irlandese che infiammò quest’angolo di Irlanda, conosciuto come The Troubles, durò quasi trent’anni e fece circa 3000 morti. Ma proviamo a fare un breve riassunto della storia politica di Belfast, a partire dall’istante in cui la miccia prese fuoco.
Storia di Belfast: le radici del conflitto
Tutta la più recente storia di Belfast poggia sulla cosiddetta questione irlandese, che vede contrapporsi una parte della popolazione, cattolica e nazionalista, ad una formata da protestanti, leali alla corona inglese. Il regno Unito, infatti, fino al 1922 controllava tutta l’isola, ma in seguito a una violenta guerra d’indipendenza, perde il controllo di molte contee.
Ma la corona non è certo disposta a perdere il controllo dei suoi territori e, soprattutto, è l’acuirsi delle tensioni, in parte religiose, in parte puramente politiche, a far precipitare la situazione e dare inizio alla violenze.
La divisione di Belfast: una storia drammatica
La convivenza fra le due fazioni si fa sempre più difficile, soprattutto a Londonderry, cittadina a un centinaio di chilometri da Belfast, dove i giovani cattolici vengono spesso attaccati tanto dagli estremisti protestanti, quando dai corpi paramilitari della polizia. Se ti capita di passare da queste parti, potrai ancora vedere il graffito, passato alla storia, che apparve sul muro di una casa dopo una notte di scontri particolarmente violenti che recita “You are now entering Free Derry”: un pezzo di storia, conservato a futura memoria.
Nonostante il clima che serpeggiava ormai da anni, l’origine dei Troubles viene individuata nell’attacco a sorpresa dei protestanti unionisti contro la chiesa di Saint Matthews, ma soprattutto contro i civili cattolici di Belfast nell’agosto nel 1969, un evento che fece sorgere in pochissimi giorni più di 200 barricate. Queste peacelines, così vennero chiamate, sancirono ciò che era: Belfast era divisa in due fazioni, due territori, due popoli uguali ma diversi, che ora si guardavano in cagnesco oltre le barricate.
Storia di Belfast: dal Bloody Sunday al processo di pace nord-irlandese
La violenza, si sa esaspera gli animi e con la scissione dell’IRA, Irish Republican Army, la storia di Belfast si fa ancora più violenta: gli scontri aumentano e finiscono per coinvolgere più la popolazione civile, che non l’esercito e i gruppi paramilitari.
Con la Domenica di Sangue, resa celebre dal brano degli U2 Sunday Bloody Sunday, si raggiunge l’apice delle violenze. Il 30 gennaio 1972, infatti, i militari britannici presenti sull’isola per proteggere gli interessi della corona, sparano sulla folla di manifestanti disarmati, uccidendo 14 civili innocenti. È il punto di non ritorno.
Ci vorranno almeno altri due decenni di violenze, morti e dolore prima che le due parti giungano finalmente a un accordo e che la coesistenza pacifica diventi realtà, ma nel 1988, con il Good Friday Agreement di Belfast, il conflitto nord irlandese termina.
Sebbene ogni tanto gli antichi rancori sedimentati nella storia di Belfast emergano di nuovo e sfocino in nuovi scontri urbani, oggi la capitale dell’Eire è una città pacifica, moderna e meta di turismo. E vale la pena visitarla almeno una volta nella vita, per respirare una storia che insegna l’importanza dei valori di rispetto, inclusione e multiculturalismo.
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